Il degrado del nostro amato Porto Vecchio

In questi ultimi giorni la propaganda dei periodici locali ci dice che la governatrice del FVG si è ricordata dell’esistenza del porto di Trieste dopo mesi di oblio. I dati e le statistiche, che sembrano tutte assolutamente positive, sembrano non rispecchiare totalmente la situazione reale.
Con la nomina del commissario D’Agostino sembra che il porto di Trieste sia entrato in una nuova fase: si stanno ricucendo le relazioni con l’estremo oriente, si sta riparlando del porto internazionale e si cerca di valorizzare la particolarità tipicamente triestina delle zone franche. Proprio per questo deve far riflettere lo spreco del punto franco nord, meglio conosciuto come porto vecchio. Entrare oggi in quella che fu la più grande risorsa economica di Trieste e vedere le condizioni di degrado in cui versa mette una gran tristezza ma allo stesso tempo una grande rabbia, vista la difficile situazione economico-sociale in cui versa la città.
Un lettore, che vuole restare anonimo, ci ha inviato un dettagliato servizio fotografico sulla situazione del Porto Vecchio, che ci ha spinto alle seguenti amare riflessioni.

photo_2016-08-10_12-54-01Il porto vecchio, che potrebbe essere ancora oggi grazie alle leggi vigenti sull’area una risorsa economica fondamentale per la città e una risorsa occupazionale prorompente per i cittadini di Trieste, è stato abbandonato a se stesso, con palesi intenti speculativi.
Chi entra oggi in Porto Vecchio, ha la sensazione di entrare in una di quelle città fantasma del Far West e, se non fosse per la bretella dove circola qualche automobile che li riporta nel 2016, sembrerebbe proprio di stare in un vecchio film di Sergio Leone.
Ci sono edifici e magazzini in stato di abbandono in cui si trovano ancora oggi “reperti” del periodo del GMA (Governo Militare Alleato) che testimoniano il completo disinteressamento da parte di nostri amministratori per quell’area che, dalla prima metà del 1800 fino agli anni ’50 del 1900, si presentava come una delle aree portuali e industriali più innovative e produttive d’Europa, venendo considerata come un gioiellino dalla maggioranza dei triestini, rappresentando una risorsa fondamentale per il futuro di Trieste.photo_2016-08-10_12-53-17
Non bisogna dimenticare che nel Porto Internazionale di Trieste le leggi in vigore permettono di usufruire di forti e importanti agevolazioni fiscali per gli imprenditori, che verrebbero così a investire in tali aree; non bisogna inoltre dimenticare la possibilità di lavorare e trasformare le merci con costi vantaggiosissimi, limitando i costi alla pura e mera mano d’opera o alle eventuali operazioni portuali.
photo_2016-08-10_12-53-23La politica triestina invece tenta ormai da anni di sdemanializzare quell’area per inserirvi una zona urbana che non porterebbe vantaggi a nessuno se non alle lobby triestine che essi rappresentano e che non tiene in considerazione l’opinione dei triestini, che sarebbero i primi a godere dei benefici conseguenti al risanamento del Porto Vecchio.
Se poi vogliamo analizzare il termine sdemanializzazione anche un semplice bambino con un dizionario si rende conto che questo termine non ha senso di esistere ed è un controsenso, visto che il termine demanio (dal latino dominium, “dominio”, attraverso il francese antico demaine) è, in senso generico, l’insieme di tutti i beni inalienabili che appartengono a uno Stato, e siccome alla voce inalienabile, sempre ricercando sul dizionario appare: “Che non può essere alienato, cioè venduto, ceduto, trasferito ad altri”; non si riesce pertanto a comprendere come sia possibile sdemanializzare il Porto Vecchio di Trieste.
L’unica cosa che purtroppo risulta ben chiara è che il Porto Vecchio di Trieste è stato bloccato per troppo tempo e chissà ancora per quanto verrà lasciato in queste condizioni a causa degli interessi di alcune persone.
Qui di seguito pubblichiamo alcune delle foto che ci sono giunte; potrete trovare il servizio completo nell’area foto del sito.

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